cosa sono i BES?

Definiamo i Bisogni Educativi Speciali

 

Secondo il policy brief “Supporto per bambini con bisogni educativi speciali (BES)” sviluppato da RAND Europe per conto della Direzione Generale Occupazione, Affari Sciali e Inclusione della Commissione Europea, “nonostante l’importanza universalmente riconosciuta al supporto dei bambini con BES, in Europa non esiste un’intesa comune su cosa costituisca un bisogno speciale in ambito educativo”. L’adozione di una definizione comunemente accettata in tutta l’UE è ostacolata, da un lato, dall’assenza di un sistema armonizzato di classificazione per le difficoltà di apprendimento individuali, dall’altro, dalle diverse etichette utilizzate nei vari Stati europei per classificare i bambini con BES e dalle visioni sociali che ne stanno alla base.

La maggior parte delle definizioni comprendono un vasto spettro di disturbi legati a disabilità fisiche, mentali, cognitive e di apprendimento. Tra di essi, la Network of Experts in Social Sciences of Education and training (NESSE) opera una distinzione tra difficoltà normative e non normative: i disturbi fisici e sensoriali rientrano nella categoria normativa, dove vi è ampio consenso su cosa rappresenti un funzionamento normale e in cui sono disponibili metodi di misurazione; le difficoltà non normative sono quelle in merito alle quali vi sono divergenze sul normale funzionamento e per la cui identificazione rivestono un ruolo importante i pareri dei professionisti, come i disturbi dell’apprendimento, ad es. la dislessia.

Ai fini del presente progetto, ci si concentrerà su specifici BES (bisogni educativi speciali), i disturbi non normativi ed in particolare quelli che possono essere affrontati direttamente dagli insegnanti, con una formazione e degli strumenti adeguati:

  • dislessia (disturbo della lettura);
  • disgrafia e disortografia (disturbo della scrittura);
  • discalculia (disturbo del calcolo).